lunedì 14 novembre 2011

Notizie della settimana - 07/11-13/11

Idrocarburi


L'Europa potrebbe superare gli Stati Uniti come maggior importatore mondiale di petrolio
Un aumento nello sfruttamento dei giacimenti di petrolio e gas naturale sul suolo nazionale, unito a nuovi standard atti a migliorare l'efficienza dei veicoli, potrebbe significare che entro il 2015 il primato di maggior importatore mondiale di petrolio passerà dagli USA all'Europa; la previsione si trova nel rapporto annuale dell'IEA, dove si aggiunge che entro il 2020 il poco invidiabile scettro andrà alla Cina. Nel 2035 la domanda di petrolio a livello mondiale dovrebbe raggiungere i 99 mbpd, per un prezzo di 120 $ al barile.



La Cina incontra ostacoli nella produzione di shale gas
Per arrivare a produrre il 10% del fabbisogno energetico tramite gas naturale, la Cina ha iniziato un ambizioso progetto che dovrebbe vederla estrarre nel 2020 ben 80 miliardi di metri cubi da giacimenti di shale gas, ad oggi non ancora sfruttati; per avere un confronto può essere utile ricordare che questa quantità sarebbe superiore  a quanto esportato nel 2010 dal Qatar come LNG (circa 76 miliardi di metri cubi), oppure che sarebbe circa la metà di quanto estratto dal centro e Sud America lo scorso anno. Scarsità d'acqua - da usare in grande quantità nel processo estrattivo - nelle regioni già soggette a siccità, mancanza di esperienza e know-how, incertezza su quantità e qualità delle riserve sono tutti fattori che possono ritardare l'inizio della produzione commerciale di questa risorsa.


IEA: il carbone sarà la principale fonte energetica nel 2035
Secondo le proiezioni del World Energy Outlook 2011 il carbone arriverà a sorpassare il petrolio come principale fonte energetica in circa due decenni. Nel caso la previsione si avveri non si tratterà comunque di una novità, poiché il carbone è stato al primo posto a livello mondiale dal 1800 fino a dopo il 1960; solo negli ultimi 50 anni si è trovato al secondo posto, ma sempre davanti all'uso di gas naturale.


Nucleare


Un incidente nucleare può aumentare il costo di produzione dell'energia

Secondo il parere di alcuni membri della Japan Atomic Energy Commission un incidente nucleare paragonabile a quello verificatosi a Fukushima può costare fino a 47 miliardi di euro; questo comporterebbe un aumento del costo pari a circa 1.5 c€ per kWh prodotto, portando la cifra complessiva a 6.5 c€ e quindi rendendolo superiore a carbone e gas naturale (rispettivamente 5.4 e 5.8 c€/kWh così come stimato nel 2004) per un reattore da 1200 MWhe. Il gruppo ha ipotizzato che il tempo di ritorno per l'incidente sia 500 anni/reattore e tenuto conto della spesa per evacuazione, indennizzo e smantellamento del reattore, ma non della bonifica ambientale e dello stoccaggio a lungo termine dei detriti radioattivi.


Solare, Eolico e altre rinnovabili


Il mercato fotovoltaico cinese potrebbe uguagliare quello statunitense nel 2011
Il nuovo schema di sussidi adottato dal governo di Pechino e una rapida discesa dei prezzi dei pannelli fotovoltaici porteranno probabilmente la quantità di nuove installazioni a livelli simili a quelli statunitensi: circa 1.8 GW contro i 2-2.2 GW attesi in USA, un risultato impressionante se si pensa che l'anno scorso erano rispettivamente 480 e 880 MW. Da Agosto esiste una tariffa feed-in che paga circa 13 c€ per ogni kWh prodotto, mentre in precedenza il governo era intervenuto tramite la concessione di prestiti a tassi agevolati o con altre misure atte a stimolare la produzione di pannelli.

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