lunedì 3 ottobre 2011

Andasol 3

Dopo le prime due centrali da 50 MW già realizzate, anche Andasol 3 è stata ufficialmente inaugurata e inizierà le operazioni commerciali a breve, essendo quasi terminata la fase di test in corso da due mesi. Le specifiche tecniche rimangono identiche a quelle dei due progetti precedenti: oltre 200.000 collettori parabolici pari a mezzo milione di metri quadrati di specchi, disposti su una superficie a terra quattro volte maggiore (1300x1500m), quasi cento chilometri di tubi ricevitori, ma soprattutto 30.000 tonnellate di una miscela di sali fusi usati in due serbatoi per immagazzinare parte della radiazione solare incidente.

Vista aerea dei tre impianti di Guadix per 150 MW di potenza complessiva.


La miscela di nitrato di sodio e potassio, due comuni fertilizzanti, viene infatti scaldata dal fluido termovettore che transita nei collettori nei momenti in cui la radiazione solare è massima, mentre cede a questo calore nelle ore notturne: Andasol 3 dovrebbe così essere in grado di erogare energia per oltre sette ore dopo il tramonto del Sole, e permettere un funzionamento equivalente di 3500 ore annue (misurate rispetto al carico massimo). L'andamento variabile dell'irraggiamento obbligherebbe, in mancanza di un sistema di accumulo, a dimensionare la turbina per il massimo valore realizzabile oppure a rinunciare a parte dell'energia raccoglibile, abbassando il rendimento dell'impianto riferito alla radiazione incidente.

Infatti le centrali termodinamiche - e tutti i metodi di trasformazione dell'energia incentrati sulle rinnovabili, con esclusione dell'idroelettrico da bacino - hanno il problema di dover rendere più regolare la produzione, in genere soggetta a variabilità ciclica (solare) oppure casuale (eolico); la Spagna da questo punto di vista ha deciso di emanare nel 1997 e successivamente nel 2004 una legge ad hoc (pdf), secondo la quale questo tipo di impianti per accedere alla tariffa incentivante non può superare certi limiti di utilizzo di gas naturale, usato per mantenere la temperatura dei sali al di sopra di quella di solidificazione: si parla di un massimo del 15% riferito alla produzione elettrica immessa in rete.

Avere dei limiti così stringenti ha spinto i progettisti a cercare soluzioni di "storage" che permettessero di rimanere entro i limiti legali evitando quanto più possibile i regimi transitori degli impianti; sebbene ogni passaggio aggiuntivo comporti delle inevitabili perdite dal punto di vista termodinamico, per Andasol 3 il rendimento del sistema di serbatoi dovrebbe essere del 93%. La scelta progettuale seguita in Andalusia naturalmente non è l'unica possibile: altre soluzioni prevedono l'utilizzo di un unico serbatoio nel quale si stabilisce un termoclino, oppure di riempire il volume a disposizione con un materiale dalle opportune caratteristiche di diffusività termica ma poco costoso.

La presenza di zone dalle caratteristiche favorevoli sul territorio - elevati valori di radiazione incidente ed aria tersa - e una legislazione opportuna hanno permesso agli spagnoli di allacciare alla rete elettrica nazionale 150 MW di solare termodinamico in tempi molto brevi: dall'inizio dei lavori su Andasol 1 sono passati solamente cinque anni. Rimane ora da stabilire se questi impianti potranno essere veramente competitivi sul piano dei costi del kWh prodotto e se l'attuale crisi finanziaria non costringerà a rivedere ulteriormente gli schemi incentivanti in modo retroattivo: già a metà e fine 2010 il governo di Madrid era intervenuto con ritocchi alle Feed In Tariff che avevano sollevato forti critiche.


Ulteriori informazioni sono disponibili ai seguenti link:


Die Parabolrinnen-Kraftwerke Andasol 1 bis 3 (pdf) 

Andasol 3 solar thermal power plant inaugurated