mercoledì 27 giugno 2012

Attraversando una stanza piena di elefanti

Una delle presentazioni che più mi ha colpito al congresso ASPO Vienna è stata quella di Nate Hagens: in parte perché era preparata in modo estremamente efficace, ma soprattutto perché organizza in modo ordinato buona parte delle idee che mi sono passate per la mente negli ultimi 12-18 mesi, cioè più o meno da quando nella mia libreria hanno iniziato ad apparire libri di economia: Ecological Economics, The Skeptical Economist, The Company of Strangers, e poi i più recenti Energy and the Wealth of Nations, The Economic Growth Engine, The Second Law of Economics (alcuni di questi potrebbero vincere una recensione in futuro).



Più approfondisco gli aspetti tecnici e scientifici legati al picco e più ho l'impressione che l'economia sia un fattore imprescindibile, e che sotto a molti atteggiamenti o scelte economiche si nascondano spinte legate a istinti profondamente radicati nell'Uomo. Se oggi scrivo da questo computer in una stanza con l'aria condizionata (poco) ascoltando un mp3 in sottofondo è perché l'Uomo possiede certe caratteristiche; non sono sicuro che le stesse caratteristiche ci potranno aiutare negli anni a venire, o in altri termini oggi mi pare più probabile risolvere il problema dell'immagazzinamento su larga scala dell'energia elettrica piuttosto che vedere miliardi di persone rinunciare a comodità date per scontate.

Nate mi ha gentilmente permesso di tradurre le diapositive che descrivono i quindici "elefanti" che secondo lui affollano la nostra stanza, ovvero difetti fondamentali nella teoria economica mainstream; tutti i leader mondiali vengono consigliati da economisti, ed è questo che rende gli elefanti tanto importanti.
Errori o imprecisioni sono mia esclusiva responsabilità; il video della presentazione completa di circa 50 minuti si trova qui.


Questa è una linea temporale con la storia della Terra divisa in tre parti; i settori indicati in nero alla fine di ciascuna delle prime due linee sono riportati in basso con scale ingrandite. Il primo errore consiste nell'aver modellato il nostro sistema sociale in base a quanto è avvenuto nell'ultimo breve periodo di tempo: ci siamo dimenticati della Fisica e della Biologia appoggiandoci a correlazioni per giustificare leggi che in realtà non sono tali. L'andamento dei sistemi biologici nel tempo può essere rappresentato da polinomi, curve che presentano fasi di salita e discesa, mentre l'economia prevede una crescita continua nel futuro.


L'errore successivo è considerare l'ambiente un sottoinsieme dell'economia. Sappiamo che è vero il contrario, e che stiamo sfasciando il pianeta in vari modi: ad esempio ci appropriamo di una percentuale della NPP (Net Primary Production) che va dal 30 al 50% a seconda di come si effettui il calcolo.



Per gli economisti l'energia non ha alcuna particolare caratteristica che la rende unica, sebbene sia la variabile principale in grado di spiegare la crescita economica (si vedano la presentazione in pdf o il libro di Reiner Kümmel oppure i lavori di Robert Ayres, N.d.T.).



In economia si ritiene che l'energia sia un bene perfettamente sostituibile. Tutti i beni rappresentati nelle foto qui sopra costano circa cento dollari, ma il barile di petrolio equivale anche a 1700 kWh; prendendo in esame l'energia sviluppabile da un uomo (circa 0.6 kWh/giorno) servirebbero undici anni lavorativi standard per uguagliare l'energia contenuta in un solo barile; se si considera lo stipendio medio annuo negli USA - 45000$ - un solo barile è equivalente a circa 500000$. Questa è in sintesi la storia dell'industrializzazione: lo scambio di lavoro manuale con il lavoro ottenuto a buon mercato da macchine alimentate a combustibili fossili.



Per questo motivo gli economisti non comprendono le vere cause dell'aumento del GDP e della crescita economica; l'energia è una causa molto più importante della tecnologia, la quale rappresenta solamente un mezzo per trovare e usare più energia.



Se gli economisti non considerano l'energia un bene dalle caratteristiche particolari, è anche vero che chi lavora nel campo dell'energetica non comprende il funzionamento del sistema finanziario. Poche persone sanno che nel momento in cui si ottiene un prestito da un istituto di credito, la somma prestata viene creata dal nulla. Negli anni dal 1920 al 1940 esistevano così tante nuove opportunità che questo fatto non costituiva un problema, il limite alla crescita essendo dato piuttosto dalla quantità di moneta circolante nel sistema economico; durante la crisi petrolifera negli anni '70 c'è stato un rallentamento nell'emissione di nuovo debito, ma con gli ultimi anni si è premuto nuovamente il piede sull'acceleratore.



Tutto il capitale finanziario - azioni, beni, prestiti, valuta - non è che un indicatore del capitale reale: risorse naturali (foreste, fiumi, combustibili fossili), manufatti (edifici, pannelli fotovoltaici), capitale sociale (amicizie, famiglia) e capitale umano (salute, abilità individuali).



E' arrivato il momento di parlare di EROEI. La curva blu rappresenta l'effetto della tecnologia sull'energia necessaria a produrre beni, che continua a diminuire con il passare del tempo; la linea rossa invece è caratteristica delle risorse non rinnovabili. L'errore degli economisti consiste nel credere che anche per il petrolio varrà la curva blu e quindi costerà sempre di meno, quando in realtà limiti fisici ne alzano il prezzo a dispetto delle innovazioni tecnologiche.



L'Uomo è spinto a migliorare la propria posizione nella società, e questa posizione è fortemente correlata alla quantità di denaro che ha a disposizione. Poche persone nella finanza comprendono che la spinta ad avere più denaro discende da motivi biologici, e non importa quanto si sia già accumulato perché ogni giorno al risveglio la sensazione va ricercata nuovamente: quello che conta è il gioco, non l'ammontare della vincita.



Gli animali devono uccidere per sopravvivere, obbedendo a stimoli biologici. L'Uomo possiede uno strato culturale sopra agli istinti, ma fondamentalmente si comporta come i nostri progenitori delle caverne; i segnali che raggiungono il cervello oggi quando si guadagnano più soldi o frequentando un nuovo centro commerciale ci danno le stesse sensazioni che dava l'uccisione di un animale ai nostri antenati.



Anche il modo in cui il debito è trattato dalla finanza è sbagliato. Il debito è un allocatore spaziale e temporale di risorse: dalla periferia verso il centro, dal futuro al presente. Noi stiamo letteralmente rubando ai nostri figli cercando di mantenere invariato il nostro attuale flusso di energia.



In tutti gli stati del mondo la produttività del debito è in declino, e oggi negli USA è praticamente zero: il nuovo credito emesso non porta a maggiore produzione, e quindi si sta sostanzialmente scambiando il patrimonio con il reddito. Ciò è palesemente insostenibile.



Finora ci siamo interessati alla macroeconomia, ma anche in microeconomia ci sono molti difetti: il gioco dell'ultimatum ad esempio mostra come l'Uomo dia importanza all'interazione sociale e all'equità. Adam Smith e Jeremy Bentham, fra i fondatori della teoria economica moderna, hanno analizzato la natura umana partendo dai concetti astratti di utilità e uomo razionale, ma questa scelta descrive solo una parte del quadro complessivo che governa l'Uomo nelle sue azioni.



Questa diapositiva è solo apparentemente vuota: in realtà è una foto della mano invisibile. Un supermarket di medie dimensioni negli Stati Uniti ha in vendita circa 80000 prodotti, che giungono sugli scaffali nel modo più economico possibile o quasi, e questo è un effetto tangibile della mano invisibile. Ma la mano invisibile diventa realmente tale in presenza di rischio sistemico, come il picco del petrolio o la crisi economica in corso.



Quando ero al corso MBA ci dicevano che andare a caccia di capitali per le imprese in difficoltà, rifornire di liquidità i mercati e scambiare futures erano attività da pesci spazzini; può essere stato vero per un periodo, ma ora credo che siamo più simili a dei barracuda. Thorstein Veblen, che coniò l'espressione conspicuous consumption, disse che nel capitalismo c'è una sostanziale differenza fra l'industria e l'attività economica: la prima produce beni per la società, la seconda cerca di aumentare il valore monetario di tali beni. Uno dei maggiori problemi che abbiamo di fronte è rappresentato dalla divisione esistente fra l'industria e il turbocapitalismo.


Molti di questi elefanti si sovrappongono parzialmente. Se ne esistesse solamente uno potremmo chiedere ai politici di risolvere il problema, ma purtroppo non è così: alcune persone iniziano a intravedere l'importanza dell'energia, ma questo è solo un inizio.

5 commenti:

  1. Bello, bello.
    Non capisco bene al punto 4 questa frase: "...si sta sostanzialmente scambiando il patrimonio con il reddito".
    Me la puoi riformulare?
    Grazie.
    Dario F.

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    1. Normalmente l'emissione di credito serve a creare ricchezza. Poiché attualmente il nuovo credito non comporta un aumento nella capacità produttiva, si sta in pratica scambiando il patrimonio esistente, lo stock (wealth) con il reddito, un flusso (income) in un rapporto 1:1.

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  2. Il punto 10: "in un debito quella somma viene creata dal nulla" puo' essere ambiguo. Un debito è un "riusare" denaro (valore accumulato) più volte. Il sottostante è comunque un bene (il "credito" di chi presta, che ha dato dei beni o dei servizi per ottenerlo, le garanzie di chi chiede il prestito) che alla fine qualcuno paghera'.

    La cosa mi sembra espressa piu' chiaramente al punto 4, quando dice che stiamo scambiando patrimonio con reddito. Fino ad oggi la moltiplicazione di valore ottenuta con il prestito era un anticipo di valore futuro, il prestito diventava tecnologia che raccoglieva energia che creava valore che ripagava il debito (es. costruisco una fabbrica che produce qualcosa). Oggi il prestito diventa un vendere, ad una data futura imprecisata, i beni posti a garanzia. O i beni di chi ci ha prestato i soldi e non li riavra' indietro.

    Il discorso e' piu' complicato, perchè esiste una grossa fetta dell'economia (quasi tutta la finanza) che "crea" soldi con i prestiti, nascondendo in un gigantesco gioco delle tre carte i (pochi) beni sottostanti. Ma piu' che un creare soldi, mi sembra uno spostarli abilmente da una tasca all'altra.

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    1. Se sei abituato a usare leggi di conservazione, può sembrare logico che quando Tizio esce da una banca con un pacchetto di euro a prestito in tasca, da qualche parte nel sistema ci sia un Caio il cui potere di acquisto è diminuito della stessa cifra.

      Questo non accade perché il credito è una scommessa sul futuro. Una scommessa vincente fino a quando il sistema è stato ampiamente in espansione grazie ad energia a buon mercato; oggi - non solo per questo motivo, vedi le alchimie finanziarie dell'ultimo ventennio - molto più incerta.

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